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La privacy ha sempre rappresentato un argomento delicato nell’ambito del network. Un’importante svolta è arrivata proprio un paio di settimane fa. Google ha infatti iniziato il processo di adeguamento al recente “Diritto all’oblio”, emesso dalla Corte di Giustizia Europea, mettendo a disposizione sul web un nuovo modulo tramite il quale i cittadini europei possono richiedere la rimozione di risultati di ricerca.

Google - diritto all'oblio

 

Il modulo (raggiungibile a questo indirizzo) è applicabile solamente ai risultati (non al contenuto in sé) che gli individui pensano possa contenere informazioni “irrilevanti, superate o comunque inappropriate”.

Google ha affermato che, da quando la sentenza è stata emessa, ha già ricevuto migliaia di richieste ed ha inoltre sottolineato che questo processo è del tutto nuovo per i motori di ricerca e che dovranno lavorare sodo per trovare un equilibrio tra i controlli che possono essere svolti in modo individuale e la garanzia che questo sistema non venga utilizzato al fine di rimuovere storie di pubblico interesse.

A tal fine ha creato un comitato consultivo di esperti per sviluppare un approccio che navighi tra le sfide etiche e giuridiche della sentenza. Il comitato sarà co – presieduto dal presidente di Google Eric Schmidt ed il suo principale consulente legale David Drummond, oltre al fondatore di Wikipedia Jimmy Wales e al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di espressione Frank La Rue.

“La sentenza del tribunale impone a Google di dare giudizi difficili sul diritto di un individuo ad essere dimenticato ed il diritto da parte del pubblico di sapere”, ha affermato un portavoce di Google.

“Stiamo creando un comitato consultivo di esperti per dare uno sguardo approfondito a questi problemi. Stiamo anche lavorando con le autorità di protezione dei dati sul come stiamo implementando questa sentenza”.

Le domande inviate tramite il modulo appena lanciato saranno considerate caso per caso con gli individui ai quali sarà richiesto di includere una copia di un documento o della patente di guida. Le richieste possono essere anche presentate, a nome delle persona, da un avvocato o da un altro rappresentante.

Il CEO di Google Larry Page ha detto in un’intervista al Financial Times che la società è stata colta di sorpresa dal livello di sfiducia in Europa riguardo all’aumento della vigilanza in materia dei dati personali.

Diritto all'oblio

“Vorrei che fossimo coinvolti in un vero e proprio dibattito […] in Europa” ha detto, “Questa è ciò che abbiamo appreso da questa storia e ciò che cercheremo di fare”.

Mr. Page ha riconosciuto che si è trattato di un nuovo approccio per la società, e che, mentre Google ha già preso una posizione forte sui temi della privacy e sull’accesso alle informazioni, cercherà di essere più “europea” e di pensare forse di più da “contesto europeo”.

Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, alcuni politici, studiosi e giornalisti si sono suddivisi tra chi crede che sia una vittoria per il diritto degli individui alla privacy e chi considera questa sentenza come una battuta d’arresto catastrofica per la libertà d’espressione e di accesso del pubblico alle informazioni.
Voi cosa ne pensate?

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