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Ti hanno rubato (o hai smarrito) il tuo smartphone. Ed ora? Tutti i tuoi dati, le tue password, i tuoi contatti, in mano a chissà chi. Servirebbe proprio un modo per bloccare da remoto il telefono e renderlo inutilizzabile agli sconosciuti.

Kill Switch

 

Apple è stata la prima a proporre una possibilità del genere con “Trova il mio iPhone” e poi, l’anno scorso, irrobustendola con “Blocco attivazione”. Una funzione che, se abilitata – e c’è chi vorrebbe che lo fosse di fabbrica – consente di individuare il proprio dispositivo della Mela via iCloud. Il Blocco attivazione richiede infatti di inserire gli estremi di un account Apple e una password prima di poter disattivare la funzione “Trova il mio iPhone” sul dispositivo, uscire da iCloud o inizializzare e riattivare iPhone, iPad o iPod Touch per ripulirlo e rivenderlo. Oltre che di inviargli alcuni comandi: un suono, il blocco del telefono o la cancellazione dei dati. Non mancano i bug ma il sistema, rinforzato lo scorso settembre con l’uscita di iOS 7, sembra funzionare. Secondo uno studio condotto di recente nei primi cinque mesi del 2014 le aggrssioni e le rapine sono diminuite rispettivamente del 19% e 29% rispetto allo stesso periodo del 2013.

Non è comunque un dato solo statunitense ma un allarme planetario che fa sentire le proprie conseguenze non solo in termini di valore dell’oggetto ma anche e soprattutto rispetto ai dati sensibili conservati nelle memorie: password, impostazioni salvate nei browser, applicazioni in cui abbiamo inserito carte di credito, note e appunti. Tuttavia, come dimostra la mossa di Cupertino, il mercato nero che si è sviluppato in quel sottobosco ha i mesi contati. Non a caso anche a San Francisco e Londra le percentuali di diminuzione, dopo l’introduzione del Blocco attivazione, sono significative: rispettivamente 38% e 24% di calo. Mentre sono salite le quote di smartphone rubati di altre aziende, come Samsung, presi di mira perché ancora facilmente riciclabili.

Per questo proprio i sudcoreani sono corsi ai ripari, cedendo dopo anni alle pressioni di associazioni dei consumatori e autorità e introducendo una funzione simile sull’ultimo modello di punta, il Galaxy S5. E anche Google e Microsoft hanno deciso già dallo scorso aprile, ma rilasciando negli ultimi giorni qualche dettaglio in più, di aderire allo Smartphone Anti-Theft Voluntary Commitment. Si tratta dell’accordo lanciato in risposta agli appelli delle procure a stelle e strisce dall’associazione di categoria internazionale Ctia, che mette insieme gli operatori di comunicazioni wi-fi. Nel dettaglio, Big G ha informato che il kill switch sarà disponibile "con la prossima versione di Android". Non con un qualsiasi aggiornamento ma probabilmente con la nuova release che succederà a KitKat, la 5.0. Quindi ci vorrà ancora un po’ per vederla montata di default su tutti i dispositivi che ne saranno equipaggiati.  Stessi tempi, forse perfino più lunghi, per Redmond: l’interruttore della morte sarà un aggiornamento di Windows Phone 8, disponibile tuttavia non prima di luglio 2015.

 

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