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Dopo Google (di cui avevamo parlato in quest'articolo), anche Microsoft e Yahoo sono alle prese con il diritto all’oblio, la norma Ue che consente ai cittadini europei di essere dimenticati sul web, chiedendo la rimozione di vecchie notizie che li riguardano dai risultati delle ricerche sul web.

Microsoft e Yahoo

 

Le due compagnie sono infatti al lavoro per ottemperare alla sentenza pronunciata il 13 maggio scorso dalla Corte di Giustizia europea, che garantisce il diritto a vedere cancellati sui motori di ricerca i link a notizie su una persona ritenute «inadeguate o non più pertinenti». Il problema, per le internet company statunitensi che si trovano a dover valutare le richieste degli europei, non è di poco conto: trovare un equilibrio tra il diritto alla privacy e quello ad essere informati

«Valuteremo attentamente ogni richiesta con l’obiettivo di bilanciare il diritto dei cittadini alla privacy con il diritto all’informazione», ha detto un portavoce di Yahoo secondo quanto riportato dal Wsj. Dichiarazioni simili sono venute da Microsoft: «Il nostro obiettivo è trovare un equilibrio soddisfacente tra l’interesse individuale alla privacy e l’interesse pubblico nella libera espressione». 

Capire come bilanciare i due diritti in campo è anche il problema di Google, che ha creato un Comitato consultivo ad hoc dando vita a diversi meeting con esperti nelle città europee. Da giugno Google ha rimosso 208mila link dai risultati del suo motore di ricerca, a fronte di 602mila richieste (erano 120mila meno di due mesi fa). La compagnia ha negato 294mila rimozioni e deve ancora decidere su poco meno di 100mila richieste. 

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A chiarire il modus operandi per applicare la norma Ue dovrebbero essere le linee guida elaborate la settimana scorsa dal gruppo dei garanti della privacy europei, che però come primo risultato hanno avuto quello di acuire la tensione tra Bruxelles e Washington, già alta dopo la risoluzione del Parlamento Ue sul mercato unico digitale, le inchieste sui motori di ricerca e la separazione delle attività di Google. 

Nelle linee guida il diritto all’oblio punta ad essere globale. Si prevede infatti che la cancellazione delle notizie debba avvenire su tutti i domini, quindi anche quelli .com e non solo quelli europei come .it o .fr. I garanti hanno anche deciso che se un motore di ricerca, dopo aver fatto le sue valutazioni, non provvede a rispondere alla richiesta di oblio, il garante nazionale può `costringerlo´ alla cancellazione.

 

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