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In questi ultimi giorni il virus CBT-Locker sta letteralmente bloccando migliaia di pc in tutta Italia, facendo impazzire di rabbia i proprietari.

Virus detected

 

Questo tipo di malware, una volta infettato il pc della vittima, cripta i documenti e chiede un riscatto in bitcoin da pagare entro 96 ore. Circa 500 euro. Se non viene pagato, i documenti crittati dal malware non potranno essere più recuperati. Per far capire che non si tratta di uno scherzo, i criminali informatici mostrano alla vittima cinque documenti scelti in modo casuale. Fino a un anno fa il software lanciava le sue minacce in inglese, ora la fa anche in italiano. I criminali stanno mietendo vittime inviando mail con allegati malevoli. I target dei criminali, ovvero le vittime prescelte, sono sia gli indirizzi dei privati, sopratutto quelli che usano indirizzi di posta @hotmail.it, ma anche gli indirizzi aziendali, sopratutto delle piccole e medie imprese. Nel caso degli attacchi ai privati, arrivano mail che invitano a scaricare documentazione importante per ricevere indietro denaro versato per errati importi sulle tasse. Nel caso degli attacchi alle aziende si invita a scaricare allegati importanti relativi a spedizioni ed ordini. In entrambi i casi il consiglio è NON aprire l'allegato.

I ransomware, ovvero i malware come CBT-Locker sono molto pericolosi perché sono in grado di crittare i documenti e renderli inaccessibili. Quelli più evoluti vengono definiti tecnicamente crypto-ransomware perché appuntano utilizzano la crittagrafia per sequestrare i documenti delle vittime. Nel 2014 i ransomware hanno sopratutto colpito gli smartphone con sistema operativo Android. Gli utenti con il sistema Mac OS X non devono sentirsi del tutto al sicuro, tanto che già nel 2013 erano stati scoperti alcuni ransomware proprio per gli utenti Apple, anche se la percentuale di attacchi rispetto ai sistemi Windows è irrisoria. Un altro elemento: CBT-Locker, il ransomware che sta infettando in tutta Italia, funziona solo sui computer con sistema operativo Windows.

Poche semplici regole possono salvarci da questi spiacevoli inconvenienti: innanzitutto è consigliabile fare dei backup periodici sia sui sistemi fissi che mobile. Avere sempre un hard disk esterno dove salvare i documenti più sensibili e utilizzare questo hard disk, preferibilmente, solo su computer senza accesso alla rete internet. Avere sempre un antivirus installato sia sul proprio smartphone sia sul pc. E aggiornarlo sempre, perché un antivirus non è aggiornato non serve a nulla. Infine, ma forse il punto più importante: fare sempre attenzione a quello che visitiamo durante la navigazione e a quello che stiamo per scaricare o aprire. Non agire d'istinto ma farsi sempre tre domande: conosciamo la fonte? E' affidabile? E' necessario? Se alle tre domande abbiamo tre sì, procediamo, altrimenti è consigliabile fermarsi.

Se siamo stati già infettati e riteniamo che i documenti "sequestrati" sono realmente importanti è necessario rivolgersi ad aziende che fanno sia consulenza che sviluppo di soluzioni nell'ambito sicurezza informatica. Non c'è altra strada. Il fai-da-te passa da una conoscenza informatica fuori del comune e molte soluzioni offerte "gratuitamente" sulla rete sono a loro volta dei malware. Oltre adaziende come Kaspersky e Symantec o FireEye e Fox-IT che hanno sviluppato un tool per sbloccare il pc da Cryptolocker, alcune realtà italiane come QuantumLeap offrono da tempo soluzioni su misura in particolare per le aziende. Insomma, affidiamoci a persone esperte.

 

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