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Il Bitcoin è una forma di valuta elettronica la cui invenzione è stata attribuita allo pseudonimo di Satoshi Nakamoto nel gennaio del 2009 (la vera identità di Nakamoto è sconosciuta, ma è probabile, secondo alcune fonti, che non sia giapponese, bensì inglese).

Bitcoin

 

Il Bitcoin è stato quindi definito come “criptovaluta”, ovvero una valuta che utilizza la crittografia e il peer-to-peer (P2P) per monitorare e verificare le transazioni. Questo tipo di sistema non fa uso di istituzioni finanziarie, in modo tale che nessuna autorità centrale debba controllarla.
I Bitcoins sono generati o, se vogliamo dire, “estratti” dopo l’elaborazione di un cosiddetto blocco di dati. Infatti, un blocco Bitcoin è un problema o puzzle crittografico che il computer di un utente è in grado di elaborare solo mediante l’utilizzo di un enorme potenza di elaborazione. Per ottenere queste risorse, è sufficiente, da parte degli utenti, acquistare o vendere Bitcoins da “siti di scambio Bitcoins”, come anche impegnarsi nel commercio “di persona”.

 

L’intera rete Bitcoin si basa su un libro “mastro” condiviso pubblicamente chiamato “block chain” (catena di blocco). La validità delle transazioni effettuate è verificata tramite le firme digitali di indirizzi Bitcoins degli utenti.
Ogni compravendita di Bitcoins richiede un portafogli ed un indirizzo Bitcoin, simili ad indirizzi e-mail, i quali sono utilizzati dagli utenti per inviare e ricevere Bitcoins. Gli utenti possono avere anche diversi indirizzi, infatti talvolta ne utilizzano uno per ogni transazione. Ogni portafogli ha una parte di dati chiamata “private key” (chiave privata), la quale ha lo scopo di certificare che tutte le operazioni vengono gestite direttamente dal proprietario del portafogli. Questa chiave, come anche la firma digitale, impedisce che qualsiasi operazione sia alterata.
Vi sono diversi tipi di portafogli: Software (installati su computer), Mobile (installati su dispositivi mobili, Web (ospitati su servizi cloud).
I bitcoins possono essere quindi utilizzati per comprare servizi online come, ad esempio, web hosting, sviluppo di applicazioni mobili e archiviazione di file cloud, ma anche per effettuare pagamenti per prodotti quali giochi, file musicali, libri…
Il loro utilizzo non è limitato alle transazioni on-line, infatti, alcuni stabilimenti del mondo reale accettano anche i Bitcoins come pagamento per merci varie. Inoltre, esistono particolari siti che scambiano i Bitcoins con della vera e propria valuta tradizionale.
Il fenomeno si è talmente esteso che Bitcoin con è l’unica moneta digitale disponibile, infatti esistono altre valute P2P come Litecoin, Namecoin che stanno piano piano prendendo piede nell’ambito delle valute elettroniche.
Tuttavia non è tutto “oro” quello che luccica. Infatti recenti coinvolgimenti di alcuni ex dirigenti della Bitcoin Foundation in azioni di dubbia legalità, ha destato non pochi sospetti sulla valuta P2P. In realtà il processo a Charlie Shrem (oramai ex vice presidente di Bitcoin Foundation) mette in discussione la liceità di queste pratiche, e in particolar modo, fa pensare ad sorveglianza estrema da parte di tutti gli organi inquisitori americani. La fondazione ha subito preso le distanze dall’accaduto, il quale, a detta del Dipartimento di Giustizia, non deve essere comunque interpretato come atto ostile verso le crittomonete.

Ancora non vi è chiaro il concetto di Bitcoin? Guardate questo video per schiarirvi le idee.


Sul video è possibile attivare i sottotitoli in italiano.

 

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