Approfondimenti

 

Nel gennaio del 2007 fece scalpore un post in cui si ipotizzava che un "Google nero" avrebbe permesso di risparmiare addirittura 750 Megawatt/h all'anno di energia. Heap Media ha raccolto la provocazione ed ha lanciato Blackle, una versione dark del noto motore di ricerca.

Blackle

 

Il risparmio è dovuto al fatto che un qualsiasi monitor richiede più alimentazione per visualizzare una schermata bianca (o luminosa) piuttosto che una schermata nera (o scura).

Blackle si basa sul Google Custom Search, per cui i risultati ottenuti dalle ricerche saranno identici a quelli che si otterrebbero sul sito ufficiale di Big G.

Naturalmente, il risparmio che si ottiene utilizzando Blackle al posto di Google, è minimo ma quello su cui i ragazzi di Heap Media puntano è la sensibilizzazione al problema del risparmio energetico. Secondo loro "vedere Blackle ogni volta che carichiamo il nostro browser web, ci ricorda che dobbiamo prendere delle piccole precauzioni per risparmiare energia". Sul sito è presente addirittura un'intera area dedicata ai consigli sul tema.

In realtà, il problema del risparmio di energia su internet, è molto più vasto e complesso. Quando la rete globale fu concepita non si è tenuta in considerazione la possibilità di un risparmio energetico, ma ci si è dedicati solo al Quality of Service, cioè alla qualità del servizio. È solo da qualche anno che il problema è diventato più sentito e la ricerca verso l'efficienza energetica sta diventando una priorità. Addirittura, stando all'articolo pubblicato su Science da Diego Reforgiato Recupero, ricercatore presso il Dipartimento di ingegneria elettrica, elettronica ed informatica dell’Università di Catania, utilizzando alcuni accorgimenti potremo risparmiare fino all’80% dei consumi senza mettere a repentaglio la qualità delle connessioni.

Le direzioni verso le quali ci si sta muovendo sono sostanzialmente due: la prima, detta power scaling, consiste nella regolazione della frequenza della cpu dei dispositivi presenti sulla rete. In particolare, questo approccio, rende possibile modulare le frequenze con cui un router opera abbassando, ad esempio, la frequenza di clock della sua cpu quando cala il traffico di dati. La seconda strada che si sta intraprendendo, invece, è lo smart standby, che consente di spegnere specifiche componenti del dispositivo usato per la connessione, evitando così di tenere accese inutilmente le interfacce di rete.

 

Timber by EMSIEN-3 LTD